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CTH 716.1

Citatio: F. Fuscagni (ed.), hethiter.net/: CTH 716.1 (TX 02.03.2011, TRit 14.02.2011)



§ 20
119
--
119
A2
120
--
120
A2
121
--
121
A2
122
--
122
A2
122
E
Vo IV 2' 59-d]a-ni-pát p[é-
123
--
123
A2
123
E
Vo IV 3' [
123a
--
123a
A2
123a
E
Vo IV 3' na-aš-]ta61 DINGIR-LAM I[Š- ] Vo IV 4' [-a]z ša-ra-a 7?[-]
124
--
124
A2
Vo IV 13 nu me-ma-i
124
E
Vo IV 5' [ _ _ -m]a-i
125
--
125
A2
125
E
Vo IV 5' ma-a-an LUGAL MUNUS.LUGAL [ ␣␣␣] Vo IV 6' [ _ _ _ _ _ _-]ki ku-it-ki i-ia-an [ _ _ ]
126
--
126
A2
126
E
Vo IV 7' [
127
--
127
A2
127
E
Vo IV 7'-k]án ka-a-ša ták-na-a[z] Vo IV 8' [
128
--
128
A2
128
E
§20
119 -- Dunque il sacerdote ḪAL proprio quelle parole pronuncia;
120 -- quando lei (sc. IŠTAR di Ninive) si evoca con un pane spesso,
121 -- e successivamente si riempe un vaso KUKUB con acqua
122 -- e poi proprio in quel luogo si scava una fossa rituale,
123 -- allora il sacerdote ḪAL prende (alcuni) pani hazizita-
123a -- e per sette volte con i pani hazizita- evoca la divinità dalla fossa rituale,
124 -- e dice:
125 -- “Se qualcuno ha fatto qualcosa (di male) al re, alla regina e ai figli del re
126 -- e li ha seppelliti24,
127 -- ecco che allora (io) li evoco dalla terra”.
128 -- Poi (il sacerdote ḪAL) continua a parlare nello stesso modo.
La prima riga di D. conserva soltanto tracce illeggibili.
A. Vo IV 11-12 è un passo chiaramente corrotto, dal momento che così come si presenta non ha grammaticalmente senso: (11) na-aš ḪAL DINGIR-LUM (12) IŠ-TU NINDAḫa-az-zi-zi-ta-za a-pí-ya ša-ra-a 7-ŠU SÙD-an-zi. La traslitterazione qui riportata segue l'ottima interpretazione in Miller 2004, 375-376 che basandosi anche sul passo parallelo presente poche righe più avanti (A. Vo IV 18-19), relativo all'evocazione della divinità dal fuoco (paḫḫunaza), ipotizza che “The passage . . . seems perhaps to have collapsed what may have been two sentences in a Vorlage into a single nonsensical one”. Questa interpretazione sembra confermata dal pur frammentario duplicato F. che presenta sicuramente delle varianti rispetto ad A. (per es. dopo la lacuna si intravede chiaramente un cuneo verticale che esclude una lettura ḪAL, come invece ci dovremmo aspettare sulla base di A.). Un'ulteriore conferma giunge anche da passi paralleli contenuti in altri rituali di evocazione, in particolare in CTH 483 (KUB 15.34+ Vo IV 5 sgg., con l'utilizzo di testi inediti) e CTH 484 (KUB XV 31+ Ro II 7-34), dove pur trattandosi di descrizioni più lunghe e complesse rispetto alla relativamente breve descrizione contenuta in CTH 716, si utilizzano le stesse procedure rituali. Una procedura del tutto simile è presente anche nel rituale di purificazione KBo 24.45+KBo 38.196 Vo 7 sgg. (CTH 479.2.A), per cui cfr. Strauß 2006, 315-317, 321-322.
␣␣Cfr. Miller 2004, 375.
Si noti come questa frase sia molto simile a quella contenuta in Vo IV 22, ad eccezione del namma iniziale sostituito da un più corretto GIM-an. Da sottolineare, inoltre, come in E. la linea di paragrafo sia presente una riga prima rispetto ad A., per cui si avrebbe un'analogia con KUB XV 34+ (CTH 483) Vo IV 25, dove il verbo memiya- preceduto dagli avverbi parā QĀTAMMA si trova proprio alla fine della sezione relativa all'evocazione della divinità dalla terra. Viene da chiedersi se il testimone A. non presenti ancora un passo corrotto, per cui non riporterebbe la giusta posizione della linea di paragrafo. Cfr. anche KBo 7.28 (CTH 371), una preghiera arcaica alla divinità solare della terra, in cui i vari paragrafi divisi in sezioni parallele, sono chiusi dalla frase parā=ma QĀTAMMA memai (cfr. CHD L-M, 262b).
La traduzione di queste due righe che segue HW2 Ḫ, 278a, pone alcune difficoltà per la mancanza di una preposizione, come per es. ANA, davanti ai tre sumerogrammi per giustificare la presenza del dativo. Per una diversa intepretazione cfr. Hoffner 1967, 392 e Collins 1997, 164 che considerano il re, la regina e i figli del re come soggetto: “If the king, the queen or princes – anyone – has done something and has buried it … ”. Questa seconda interpretazione se da un lato risolve il problema della mancanza della preposizione, dal momento che il re, la regina e i principi diventano soggetto della frase, dall'altro costringe a considerare il pronome enclitico -aš in Vo IV 14 come un accusativo plur. neutro esplicativo di kuitki, laddove invece è chiaramente un accusativo plur. di genere animato riferito ai membri della famiglia reale. Ciò è ulteriormente confermato anche dalla proposizione successiva, dove è chiaro che ad essere evocati dalla terra sono i membri della famiglia reale che erano stati precedentemente seppelliti (qui si allude metonimicamente al sotterramento di statuette che riffigurano il re, la regina e i principi). Ancora una volta, come alla riga precedente, si potrebbe supporre la presenza di un errore scribale, per cui sarebbe stata tralasciata l'eventuale preposizione ANA in Vo IV 13 dovuta a semplice dimenticanza o ad una mancata comprensione dell'esatto uso della forma verbale iyan harzi, dando così ragione a HW2 Ḫ, 278a. Altrimenti si può suggerire che sia stato confuso il valore grammaticale dei pronomi enclitici -at e -aš, ma appare una soluzione certamente più difficile, dal momento che si deve supporre che l'errore si sia ripetuto due volte consecutivamente.

Editio ultima: Textus 02.03.2011; Traductionis 14.02.2011